Sindrome del tunnel carpale
La sindrome del tunnel carpale è dovuta alla compressione del nervo mediano all’interno di uno spazio delimitato inferiormente da una serie di ossa del polso, a forma di “U”, e superiormente da un legamento, detto “legamento trasverso del carpo”. All’interno del “Tunnel Carpale” passano difatti 9 tendini ed un nervo. I tendini non subiscono grosse alterazioni dalla compressione; viceversa il nervo, che è la struttura più delicata, và gradualmente in degenerazione se la condizione patologica non viene trattata. Le conseguenze vengono percepite come un’alterazione della sensibilità al pollice, indice, medio e metà dell’anulare, note come parestesie (formicolii), e nei casi più gravi, si può arrivare a veri propri dolori diffusi dalle dita all’avambraccio, più forti al mattino. Con il passare del tempo i deficit riportati diventano permanenti incidendo sulla sensibilità delle prima 3 dita e sulla forza dei muscoli del pollice che non possono essere curati dall’intervento chirurgico.
Le cause sono mutifattoriali, in parte legate a fattori ereditari, in parte ad una postura non corretta delle mani e del polso sul posto di lavoro (tipo davanti al computer).
Se si interviene in tempo è possibile trattare la sindrome del tunnel carpale effettuando un taglio a livello del legamento traverso del carpo, diminuendo la pressione all’interno del canale, in modo che le fibre nervose possono tornare a condurre le sensazioni specifiche (tatto, caldo e freddo) in modo fisiologico. L’intervento dura in media 20 minuti, con l’ausilio di un bracciale pneumatico per evitare il sanguinamento (Tourniquet).
L’anestesia viene effettuata a livello locoregionale ed il farmaco viene iniettato a livello del polso. Successivamente l’area resterà insensibile per circa 10 ore dopo l’intervento chirurgico. Al termine dell’effetto, se si avvertirà dolore, si possono assumere blandi antidolorifici. E’ possibile l’applicazione di un drenaggio che verrà rimosso dopo 24-48 ore. Le estremità delle dita sono solitamente lasciate libere per permettere di osservare la vascolarizzazione della mano.
L’elevazione della mano è importante per prevenire il sanguinamento e il gonfiore delle dita. Una buona norma è posizionare la mano al di sopra del livello del cuore: se si è sdraiati è utile impiegare un cuscino per elevare la mano; se si cammina evitare di lasciare pendolare l’arto verso il basso; in alcuni casi sarà applicato un tutore a sorreggere l’arto operato.
Al primo controllo viene ispezionata l’area operata. Il tempo di rimozione dei punti varia da 14 a 21 giorni. Una doccia può essere effettuata nei 3-4 giorni successivi la rimozione dei punti.
La mobilizzazione precoce della mano e delle dita è importante per recuperare velocemente le attività precedentemente svolte. Se necessita saranno prescritti dei cicli di fisioterapia.
Le cicatrici residue sono solitamente rosse e rilevate negli stadi iniziali. Con il passare del tempo la colorazione e la consistenza assumono l’aspetto della cute circostante. Solitamente a livello della mano non residuano cicatrici particolarmente evidenti. L’evoluzione di una cicatrice resta comunque un fattore non prevedibile. E’ necessario comunque proteggere le cicatrici dall’esposizione solare almeno per 6-10 mesi dall’intervento chirurgico con l’ausilio di creme solari con schermo totale.