- La mastoplastica additiva
- Prima dell'intervento
- L'intervento di mastoplastica additiva
- Trattamento post- operatorio
- Possibili complicanze
- Dopo l'intervento
La mastoplastica additiva
L’intervento di mastoplastica additiva consiste nel migliorare l’aspetto della mammella aumentando le dimensioni e modificando la forma della stessa. L’intervento consente anche di correggere asimmetrie, delle mammelle. L’aumento delle dimensioni della mammella avviene attraverso l’impianto di protesi mammarie che sono di dimensioni, forma e materiale variabili.
Il materiale di riempimento maggiormente utilizzato per le protesi mammarie è il silicone, composto da un guscio dove il materiale di riempimento è costituito appunto da silicone.
Le uniche protesi ad aver ottenuto l’approvazione dall’FDA (ente governativo statunitense preposto alla protezione della salute dei cittadini) sono le Allerghan e le Mentor.
E’ bene ricordare inoltre che non esiste alcuna evidenza clinica e scientifica che imputi all’intervento di mastoplastica additiva mediante protesi di silicone una qualsiasi responsabilità nel determinare il carcinoma della mammella. L’utilizzo di queste protesi infatti, è al momento consigliabile, soprattutto considerando i risultati maggiori che permette di ottenere rispetto agli altri materiali disponibili.
L’alternativa al gel di silicone è costituita dalla soluzione fisiologica (composta fondamentalmente da acqua distillata e cloruro di sodio 0.9%), all’ interno di un guscio di silicone solido.
L’utilizzo di tali protesi ha finora mostrato diversi problemi, tra cui un risultato cosmetico globalmente inferiore, una marcata tendenza a svuotarsi durante i primi due o tre anni ed infine, in molti casi, la palpabilità del guscio attraverso la cute.
Per quanto riguarda il guscio, esistono due tipi di protesi, liscia o testurizzata: la protesi testurizzata consiste nell’ottenere piccolissime irregolarità che rendono la superficie del guscio corrugata senza tuttavia indebolirlo. Il pregio delle protesi testurizzate è che hanno presentato una percentuale più bassa di contrattura capsulare, che è la più frequente e sgradita complicanza di questo tipo di intervento.
La forma più comune delle protesi mammarie è rotonda, o più esattamente discoidale. Esistono anche delle protesi cosiddette anatomiche, con forma a goccia, che consentono di riempire maggiormente la parte inferiore della mammella. Il loro uso va discusso con il proprio chirurgo, tenendo presente che queste possono girarsi. Le protesi anatomiche costano almeno il 50% in più delle tradizionali.
E’ possibile utilizzare protesi praticamente di ogni dimensione, e giungere così al risultato desiderato. Anche in questo caso, tuttavia, è bene ricordare che le dimensioni del torace non consentono l’utilizzo di protesi dalla base sproporzionata.
Prima dell'intervento
Sono necessarie alcune precauzioni, al fine di ridurre il rischio di complicanze. In particolare è molto importante: Evitare di assumere farmaci contenenti acido acetilsalicilico (es. Alka Seltzer, Ascriptin, Aspirina, Bufferin, Cemerit, Vivin C, ecc.). Eliminare o ridurre il fumo almeno una settimana prima e dopo l'intervento (il fumo compromette la vascolarizzazione periferica, ed aumenta il rischio di sofferenza cutanea, in particolare negli interventi dove sono previsti estesi scollamenti). Procurarsi un reggiseno in tessuto elastico, di misura adeguata al nuovo volume del seno. Alla vigilia dell'intervento è consigliabile praticare un accurato bagno di pulizia completo; rimuovere lo smalto dalle unghie delle mani e dei piedi, depilare le ascelle. Non assumere cibi né bevande, a partire dalla mezzanotte. Il giorno dell'intervento si raccomanda di mantenere rigorosamente il digiuno, eliminare qualsiasi oggetto metallico, non truccarsi, indossare un indumento da notte completamente apribile sul davanti con maniche molto comode, di fibra naturale (cotone, seta) e abbigliamento intimo di tipo sportivo.
L'intervento di mastoplastica additiva
L'intervento, che dura circa un'ora, viene comunemente eseguito in anestesia generale. Viene consigliata una notte di ricovero dopo l' intervento. L' incisione più utilizzata è quella sottomammaria, che si nasconde bene nel solco al di sotto della mammella e permette una buona visualizzazione dei piani chirurgici. rotonda, o più esattamente discoidale. Esistono anche delle protesi cosiddette anatomiche, con forma a goccia, che consentono di riempire maggiormente la parte inferiore della mammella. Il loro uso va discusso con il proprio chirurgo, tenendo presente che richiedono una cicatrice leggermente più grande e visibile per il corretto inserimento della protesi, costano almeno il 50% in più delle tradizionali e possono avere complicanze maggiori (rotazione dell'impianto). L'uso della incisione periareolare, espone al rischio di una cicatrice più visibile. La ghiandola, se sezionata, può perdere la sua funzionalità: per questo non è indicato per donne giovani che intendono allattare. L'incisione è piuttosto piccola e per questo non è possibile inserire protesi grandi. Inoltre espone a maggiori rischi di infezione. Sebbene la sede meno visibile sia l'incisione nel cavo ascellare, l'intervento è più complicato perché meno diretto. La maggiore difficoltà di questa tecnica si ripercuote anche sui costi (sia di sala operatoria che di attrezzatura). Può essere necessario un ritocco per la definizione del solco sottomammario. Le protesi possono essere posizionate immediatamente al di sotto della ghiandola mammaria o, su un piano più profondo, al di sotto del muscolo grande pettorale. Ambedue le soluzioni presentano vantaggi e svantaggi che vanno discussi in dettaglio con il proprio chirurgo, ma, in generale, le protesi sottomuscolari consentono un risultato estetico superiore. Si ricorre alla posizione sottomuscolare quando la persona è molto magra o ha pochissimo seno naturale: in entrambi questi casi la protesi inserita al di sopra del muscolo potrebbe risultare evidente al tatto e alla vista.
Trattamento post- operatorio
Al termine dell'intervento di mastoplastica additiva vengono inseriti dei drenaggi in aspirazione per consentire al sangue eventualmente formatosi di fuoriuscire. Questi vengono rimossi dopo circa 24-48 h. In base alle necessità, la profilassi antibiotica iniziata il giorno dell' intervento sarà continuata durante la prima settimana postoperatoria. Sebbene il dolore non sia quasi mai intenso, una terapia antidolorifica verrà prevista e dosata per garantire un decorso confortevole. Nei primi 4-5 giorni possono comparire edemi (gonfiore) ed ecchimosi (chiazze livide) che vengono riassorbiti spontaneamente nell'arco di 1-2 settimane. Non è necessario rimuovere le suture, in quanto sono effettuate in materiale riassorbibile. Ove mai vi sia la necessità di apporre qualche sutura non riassorbibile queste vengono rimosse dopo una settimana. Dopo 24-48 ore viene applicato un reggiseno elasticizzato che dovrà essere indossato notte e giorno per 6 settimane. E' possibile praticare una doccia solo dopo 10 giorni. Le cicatrici dell'intervento, all'inizio piccole e lineari, subiscono un processo di maturazione per cui per i primi mesi risultano rilevate e rossastre, ma successivamente, nella maggioranza delle pazienti, divengono più chiare fino confondersi con la cute sana circostante.
Possibili complicanze
Le complicanze sono in genere rare e rispondono con prontezza al trattamento appropriato senza compromettere il risultato finale dell'operazione. Va comunque considerata la possibilità di: Ematomi: il sanguinamento è raro ma può verificarsi entro le prime 24 ore; l'utilizzo dei drenaggi riduce tale complicanza Indurimento o contrattura capsulare: Quando la protesi viene inserita all'interno del seno, l'organismo per difendersi da questo corpo estraneo crea intorno una capsula di tessuto membranoso. Si tratta di un processo naturale che l'organismo applica nei confronti di qualsiasi elemento che non riconosce come proprio. Questa capsula, che è sempre presente in questo tipo di intervento e che normalmente non dà problemi, in una percentuale variabile di casi (dal 3% al 15%, in base alle statistiche disponibili) aumenta di spessore e si contrae intorno alla protesi, giungendo, nei casi più gravi, a deformarla ed a causare dolore. Nonostante l'uso delle migliori tecniche chirurgiche disponibili, non è possibile escludere del tutto il rischio di questa complicanza, che tuttavia solo nei casi più gravi richiede di essere trattata con l'eliminazione della capsula e la sostituzione della protesi. Asimmetria: La simmetria in natura non esiste. Piccole differenze di volume o forma sono sempre presenti tra una mammella ed un'altra. Dopo un'intervento di mastoplastica additiva, la differenza può risultare più evidente. Ovemai il risultato non dovesse essere del tutto soddisfacente, un intervento secondario definito ritocco è possibile. Effetto del tempo: Anche un seno protesizzato invecchia; le protesi mammarie come ogni altro materiale protesico (valvole cardiache, protesi d'anca) possono andare incontro a deterioramento nel tempo per cui si potrebbe rendere necessaria la loro sostituzione, mentre il cono mammario, soprattutto se molto voluminoso, può andare incontro con il tempo ad una ptosi.
Dopo l'intervento
Qualche ora dopo l'intervento di mastoplastica additiva è già possibile alzarsi, anche se per i primi giorni è bene non sottoporsi a sforzi fisici eccessivi. Per la ripresa delle attività lavorative, dell'attività sessuale, e dei viaggi è consigliabile far trascorrere 3 settimane. Si può ricominciare a praticare gli sport che non sollecitano la muscolatura del busto e delle braccia ( es. jogging) dopo circa 3 settimane, mentre per quelli più intensi (es. tennis) sarà preferibile attendere almeno 6 settimane. Dopo ogni intervento di chirurgia plastica è bene evitare l'esposizione al sole per almeno 4 settimane. Trascorso questo periodo ci si può esporre gradualmente (iniziando con mezz'ora al giorno) avendo cura di proteggere le cicatrici con un prodotto solare a protezione totale. L'utilizzo di creme idratanti sulle cicatrici, rende queste più morbide e favorisce il processo di cicatrizzazione.