Dito a scatto
Alla radice delle dita, i tendini flessori (che fanno piegare il dito) sono contenuti in una guaina, un po’ come il filo del freno della bicicletta.
Il dito a scatto si presenta quando, per cause di tipo infiammatorio, la guaina che contiene i tendini flessori si restringe. Questo fenomeno ostacola il normale scorrimento dei tendini all’interno della guaina. Quando, per piegare il dito, il tendine deve forzare la parte più ristretta della guaina (detta puleggia), si ha uno scatto doloroso. Il dito può restare bloccato in posizione flessa, obbligando il paziente ad utilizzare l’altra mano per raddrizzarlo; questo può provocare un altro scatto, altrettanto doloroso. Il restringimento della guaina “strozza” i tendini, che, a monte dell’ostacolo, si dilatano, formando un nodulo.
Purtroppo il nodulo, con le sue dimensioni, riduce ulteriormente la possibilità di scorrimento.
Il restringimento della guaina tendinea è spesso associato all’uso intenso o ripetuto della mano, che irrita la guaina stessa (movimenti di presa, uso delle forbici o di cacciavite). Anche i piccoli traumi ripetuti (uso di graffettatrici o di timbri) possono facilitare la comparsa del disturbo. In alcuni casi il dito a scatto si associa alla gotta o all’artrite reumatoide. Si tratta inoltre di un disturbo frequente nei musicisti.
Il primo segno è il dolore alla base del dito o delle dita colpite. Il sintomo più comune è lo scatto doloroso che si presenta durante i movimenti. Spesso il dolore si estende al resto del dito e verso il polso ed il dito può restare bloccato in posizione piegata o diritta. Lo scatto si presenta solitamente dopo il riposo notturno, mentre la situazione migliora nel corso della giornata, con il movimento. Le dita più colpite sono il 4° dito e il pollice spesso in maniera bilaterale.
Per la diagnosi è sufficiente la descrizione che il paziente fa dei suoi disturbi e che viene confermata dai segni clinici caratteristici. I casi iniziali possono essere trattati con un breve periodo di immobilizzazione e con i farmaci anti-infiammatori. Quando lo scatto è frequente o in caso di blocco, è necessario l’intervento chirurgico.
L’intervento è eseguito in Day Surgery ed in anestesia locale. Esso consiste nell’aprire la parte ristretta della puleggia, per allargare lo spazio a disposizione per lo scorrimento del tendine.
L’elevazione della mano è importante per prevenire il sanguinamento e il gonfiore delle dita. Una buona norma è posizionare la mano al di sopra del livello del cuore: se si è sdraiati è utile impiegare un cuscino per elevare la mano; se si cammina evitare di lasciare pendolare l’arto verso il basso; in alcuni casi sarà applicato un tutore a sorreggere l’arto operato. E’ possibile l’applicazione di un drenaggio che verrà rimosso dopo 24-48 ore. Le estremità delle dita sono solitamente lasciate libere per permettere di osservare la vascolarizzazione della mano.
Al primo controllo viene ispezionata l’area operata. Il tempo di rimozione dei punti varia da 14 a 21 giorni.
Dopo l’intervento è necessario fare esercizio, con cautela, per muovere il dito operato. Vanno evitati gli sforzi o i movimenti bruschi. Tuttavia viene incoraggiata la mobilizzazione precoce per un rapido recupero della funzionalità della mano. Se necessario saranno prescrtti dei cicli di fisioterapia. Le cicatrici residue sono solitamente rosse e rilevate negli stadi iniziali. Con il passare del tempo la colorazione e la consistenza assumono l’aspetto della cute circostante. Solitamente a livello della mano non residuano cicatrici particolarmente evidenti. L’evoluzione di una cicatrice resta comunque un fattore non prevedibile. E’ necessario comunque proteggere le cicatrici dall’esposizione solare almeno per 6-10 mesi dall’intervento chirurgico con l’ausilio di creme solari con schermo totale.