Lesione dei nervi
I nervi sono simili a cavi elettrici e contengono molte fibre (assoni). Alcune di queste fibre sono sensitive, e provvedono alla sensibilità di aree ben definite, altre sono motorie e provvedono all’innervazione di muscoli e di ghiandole sudoripare.
Quando un nervo viene lesionato, si ha la perdita della sensibilità di un’area specifica, ed in caso di lesioni alte (avambraccio) la perdita delle funzioni motorie dell’area precedentemente innervata.
Il trattamento chirurgico delle lesioni dei nervi nella traumatologia della mano è sempre necessario se si vuole ottenere un recupero completo della sensibilità. Varie sono le metodiche impiegate: se non c’è perdita di sostanza, la sutura diretta dei due monconi è possibile; se la perdita distanza tra le due estremità è superiore ad 1 cm allora si possono usare degli “innesti” (una sorta di prolunga biologica) per la ricostruzione del nervo interessato; questi innesti possono essere prelevati da aree lontane dal sito traumatizzato (come la gamba) o dall’area lesionata e possono essere costituiti da nervi sani, da vene o da arterie.
Quando un nervo viene riparato, le fibre ricrescono dall’estremità prossimale verso le dita. La sensibilità non ritorna immediatamente dopo l’intervento chirurgico. Il recupero di solito avviene dopo mesi in quanto bisogna considerare che la ricrescita del nervo è di circa 1mm al giorno; minore è l’età più veloce è la ricrescita. Le fibre sensitive hanno diverse funzioni, come veicolare la temperatura, dolore, vibrazione, sensibilità, etc. Le fibre meno sofisticate ricrescono prima.
Quando si ristabilisce la sensibilità, viene spesso avvertita inizialmente una spiacevole sensazione di dolore, soprattutto al contatto con freddo o caldo.
Con il passare del tempo tali fenomeni si attenuano e la sensibilità ritorna nella norma.
Nel frattempo bisogna prestare la massima attenzione a prevenire lesioni dell’area iposensibile da oggetti bollenti o taglienti (es: sigarette, utensili taglienti).
Il risultato delle riparazioni nervose è di solito buono anche se l’innervazione non recupera mai completamente dopo una lesione. Il massimo che si può attendere è una ripresa del 90%: il chè significa il recupero della sensibilità dolorifica, termica e tattile con discriminazione di due punte poste a 10-15 mm di distanza al livello del polpastrello.
Inevitabilmente qualche fibra nervosa può non seguire la via della ricrescita lungo il nervo riparato, ma può svilupparsi intorno alla cicatrice. Queste fibre possono avvolgersi l’un l’altra fino a formare un nodulo a livello della cicatrice (neuroma). Questo nodulo è soffice e quando viene toccato può dare una sensazione simile ad una “scossa elettrica”, a volte molto doloroso, tale da compromettere completamente l’utilizzo della mano dolente.
La guarigione del nervo è molto ridotta quando questo avviene. Se un nervo diviso non viene riparato, la possibilità di sviluppare un neuroma è altissima. In questo caso la revisione chirurgica è sempre possibile, con varie metodiche che tendono a eliminare il dolore evocato. Le ultime tecniche permettono la sutura del nervo interessato dal neuroma all’interno di un altro nervo, in modo che le fibre del nervo traumatizzato ricrescono all’interno di un nervo sano, senza creare ulteriori problemi.
Dopo l’intervento viene posizionato un tutore confezionato su misura per proteggere la mano da eventuali movimenti accidentali. Questo dispositivo viene utilizzato per circa 4 settimane. Il tutore permette alcuni movimenti ma previene quelli dannosi. La mobilizzazione controllata è importante per prevenire l’adesione del nervo riparato con i tessuti circostanti. Difatti la fisioterapia è parte fondamentale del trattamento chirurgico.
In conclusione il controllo e la riparazione dei nervi lesionati è fondamentale nella traumatologia della mano. Una mano che recupera il movimento ma che ha perso la sensibilità è una mano insufficiente: la perdita della capacità di sentire gli oggetti impugnati o la mancanza di difesa del dolore da danni accidentali può provocare l’inabilità permanente della mano traumatizzata.